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Transizione elettrica: non è tutto oro quello che luccica

La grande sfida per il futuro del mercato automobilistico è l’auto elettrica, ormai è evidente, che non tutte le informazioni sulla sua sostenibilità sono chiare. I governi fanno pressioni per questo cambiamento che si pone come l’alternativa più sostenibile alle auto convenzionali, ma è davvero così?

Infatti, se da un lato l’auto elettrica è un vantaggio per le emissioni, dall’altro non lo è per l’ambiente, se si considera il veicolo nel suo ciclo di vita. Vediamo quindi di fare chiarezza, basandoci su studi scientifici autorevoli e recenti, quindi affidabili.

Le emissioni delle auto elettriche inferiori a quelle delle auto convenzionali

Studi scientifici recenti e autorevoli dimostrano che nel suo intero ciclo di vita l’auto elettrica emette meno CO2eq di auto a combustione interna con dimensioni e prestazioni simili. A penalizzare queste auto è soprattutto la produzione e lo smaltimento delle batterie al litio.

Il motivo è dovuto al fatto che occorrono grandi quantità di energia e materiali rari per costruire le batterie. Non solo, se lo smaltimento non viene eseguito in maniera corretta, nell’ambiente vengono immesse svariate sostanze nocive per l’uomo.

Affermare quindi che i veicoli elettrici hanno impatto zero è errato, perché bisogna considerare anche gli altri gas serra che emettono durante l’utilizzo, la produzione di metalli pesanti e particolato, l’impatto delle fonti energetiche.

Diverse sono le opinioni sulle emissioni delle auto elettriche. Uno studio cinese sostiene che le auto elettriche emettono il 50% di gas serra in più rispetto alle auto con motore a combustione interna.

Invece, uno studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sostiene che le emissioni di gas serra sono inferiori nel ciclo di vita delle auto elettriche rispetto a quelle endotermiche. Altri studi hanno portato alla conclusione che la versione elettrica produce costi esterni minori rispetto ai tradizionali veicoli con motore a combustione interna.

In definitiva, dunque, viene confermato che i veicoli elettrici, proprio perché hanno una maggiore efficienza, hanno una minore emissione di CO2eq rispetto alle auto con combustione interna.

Il ciclo di vita delle auto elettriche

Nel ciclo di vita delle auto elettriche, ritenuto pulito e sostenibile, a gettare dubbi è l’inquinamento che sta dietro il processo di produzione delle batterie. A contribuire in modo notevole alle emissioni di carbonio sono l’estrazione e la manipolazione di metalli rari necessari per la produzione della batteria.

Il processo di batterie elettriche produce emissioni pari o perfino leggermente superiori al processo di fabbricazione dei motori a benzina o diesel. Da un rapporto del 2018 dell’International Council on Clean Transportation (ICTT) è emerso che nella produzione di emissioni di CO2 durante la produzione delle batterie elettriche conta molto il paese dove queste vengono prodotte.

Il rapporto ICTT è stato avvalorato dal rapporto ICEV, basato su uno studio comparativo tra veicoli elettrici e veicoli con motore a combustione interna svolto in Cina.

Il rapporto indica che per ridurre le emissioni durante la produzione le chiavi sono le infrastrutture e le tecniche di produzione efficienti. E’ stato verificato che le batterie elettriche prodotte in Cina durante il processo di produzione generano fino al 60% in più di CO2 rispetto alla produzione di motori ICEV.

Dal rapporto è emerso anche che le emissioni potrebbero essere ridotte fino al 66% se le batterie venissero fabbricate con tecniche di produzione europee o americane.

Batterie al litio al centro della transizione elettrica

Le batterie al litio sono l’argomento centrale della transizione elettrica, che rappresenta un cambiamento epocale nel settore dei trasporti. Per molti paesi la loro produzione è diventata una priorità, soprattutto in paesi come Cina, Giappone, Unione Europea e Stati Uniti.

Tuttavia, come già detto, nella filiera delle batterie per i veicoli elettrici sostenibile non è tutto oro quello che luccica. L’estrazione dei minerali occorrenti per la produzione delle batterie viene fatta dalla terra, allo stesso modo di come avviene per i combustibili fossili.

I paesi dove vengono estratti i materiali sono Bolivia, Cile, Argentina e la Repubblica Democratica del Congo, dove non mancano problematiche di vario tipo, fra cui anche l’inquinamento. L’aumento della domanda di veicoli elettrici va di pari passo con l’aumento della richiesta di materie prime, per cui crescono i rischi ambientali, con ripercussioni gravi anche sui diritti umani.

Molto spesso quest’ultimo aspetto non viene neanche menzionato dai sostenitori dei veicoli elettrici, ma neanche aspetti come l’acqua, il territorio e le comunità non vengono prese in considerazione, infatti, la maggior parte degli studi a supporto dell’auto elettrica si concentrano esclusivamente sulle emissioni di CO2.

Costi di acquisto elevati: Noleggio a Lungo Termine valida alternativa

Un ostacolo ulteriore al rinnovamento del parco auto nazionale in favore delle auto ad alimentazione elettrica è rappresentato, oltre che dalla non capillarmente diffusa rete di colonnine di ricarica elettrica sul territorio, dall’elevato costo di acquisto di queste autovetture: rispetto alle auto ad alimentazione tradizionale i costi, a parità di segmento, sono quasi raddoppiati!

In questa fase di transizione, il noleggio di un’auto a lungo termine gioca un ruolo fondamentale; infatti, a fronte di un canone comprensivo di tutti gli oneri, ordinari e straordinari, si ha la possibilità di guidare un’auto elettrica (su noleggiosemplice.it puoi filtrarla scegliendo le diverse opzioni disponibili) per un periodo che va generalmente dai 24 ai 60 mesi. I canoni di noleggio sono particolarmente convenienti, se rapportati ai costi di acquisto, in quanto beneficiano dell’alto valore residuo di queste autovetture alla fine del periodo di noleggio

Conclusione

Alla luce di quanto detto in precedenza, è dunque lecito chiedersi: ma quanto inquinano le elettriche nel loro intero ciclo di vita? Le vetture elettriche, dalla costruzione alla rottamazione, possono produrre emissioni che ad esempio, per una smart elettrica, vanno da un minimo di 5,5 g/km, con energia da 100% rinnovabili a un massimo di 155 g/km.

Per avere un paragone con le emissioni delle auto endotermiche, possiamo invece dire che per una smart benzina il valore minimo è stimato in 146 g/km CO2, mentre il valore massimo corrisponde a quello delle auto elettriche nella condizione peggiore, che va oltre 250 g/km CO2.