Quando la fisica incontra la tecnica, se i progettisti sanno applicare i principi alla realizzazione pratica, si realizzano degli indubbi vantaggi in termini di prestazioni. Ci riferiamo a quello che è chiamato Effetto Coanda e come interessa ai progettisti di Formula 1.
Ovviamente non è possibile comprendere l’importanza di questo principio di fisica per il mondo della formula 1 senza prima capire in cosa consiste.
Chi era Coanda
Henry Coanda fu un ingegnere aeronautico Romeno noto, prima della scoperta dell’effetto che ha preso il suo nome, per essere stato il realizzatore del primo aereo a reazione, solo 7 anni dopo il primo volo dei fratelli Wright, il Coanda 1910.
Durante un volo con il suo aereo, l’ingegnere, a seguito dello sviluppo di un incendio, notò nel corso della caduta che le fiamme invece di allontanarsi dalla fusoliera dell’aereo come intuitivamente ci sarebbe da attendersi, restavano a contatto della stessa e cominciò a domandarsi il perché di questo fenomeno.
Gli occorsero 20 anni di studio per capire che le particelle di un qualsiasi fluido in scorrimento su una superficie a causa dell’attrito tendono a rallentare mentre quelle soprastanti scorrono con maggiore velocità, realizzando una maggiore energia che di fatto schiacciano le particelle sottostanti contro la superficie sulla quale scorrono. In questo modo l’Ingegner Coanda aveva dato un senso scientifico all’osservazione del comportamento delle fiamme durante il suo incidente aereo.
Questo effetto fisico sta rappresentando un’importante risorsa per gli ingegneri e i progettisti di Formula 1 che devono sempre trovare nuove soluzioni per migliorare l’efficienza e le prestazioni delle auto di questa categoria. Gli studi relativi alla fluidodinamica delle macchine da Formula 1 tendono sempre a ridurre le resistenze aerodinamiche e a trovare modi che non implichino pesi maggiori e maggiori consumi per incrementare l’aderenza sul terreno.
L’ingegno dei progettisti di Formula 1
L’effetto Coanda in realtà è già stato sfruttato dai progettisti che hanno diretto gli scarichi del motore verso terra per associare questi all’aria che scorre, durante la corsa, al di sotto della vettura, realizzando uno scorrimento aereo sulla superficie inferiore dell’auto tale da aumentare l’aderenza della stessa al terreno, quindi massimizzando la potenza sfruttata.
Le norme delle competizioni di Formula 1 sono in costante evoluzione, le ultime vietano il posizionamento degli scarichi del motore verso il basso il che sta obbligando i progettisti di Formula 1 a studiare soluzioni tecniche che integrino al massimo la carrozzeria con la direzione di scarico dei gas, facendoli scorrere su superfici discendenti nella parte della coda in modo da direzionare i flussi verso il basso e realizzando una maggiore aderenza pur nel rispetto delle norme della Formula 1.
Ovviamente chi riuscirà meglio nell’impresa, chi saprà sfruttare al massimo l’effetto Coanda, avrà un’arma in più rispetto agli altri per dominare nelle gare. Certamente nella gare di Formula 1 si assisterà ad una straordinaria varietà di forme della carrozzeria al fine di sfruttare al meglio l’effetto Coanda anche se l’introduzione dei motori turbo cambierà ulteriormente le carte in tavola.